Nell’attuale contesto socio-culturale, caratterizzato dalla disgregazione dei legami sociali e dall’insufficienza delle protezioni del welfare, gli individui vivono sempre più isolati e non percepiscono la propria appartenenza ad una comunità di cittadini.
Nonostante in anni recenti si sia assistito a tentativi di recupero di vita sociale per piccoli gruppi (es. co-working), gli stessi attori della cosiddetta sharing economy sembrano aver messo in secondo piano l’intento di creare reti solidali. In particolare, l’utilizzo massiccio di piattaforme quali Airbnb o simili ha reso il turista un consumatore dello spazio urbano. Quest’ultimo viene infatti modellato in base alle esigenze del turista, mentre si riduce lo spazio fruibile dal cittadino.
In questo contesto si rende necessaria una pratica dell’abitare sostenibile e socializzato, declinabile in interventi di urban planning inteso anche come lavoro sulle relazioni.
Partendo da questi presupposti, nasce l’idea di sviluppare un progetto che coniughi turismo sostenibile e coesione sociale. Con l’intento di individuare luoghi fisici ma anche spazi relazionali che possano essere generatori di consapevolezza rispetto all’importanza di vivere in città e comunità sostenibili che promuovano il benessere della cittadinanza e la tutela del territorio.