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La storia del Triciclo di Bergamo, in evoluzione

CHI SIAMO

La Cooperativa Ruah nasce nel gennaio 2009. E’ una cooperativa mista, di tipo A e B, che ha proseguito le attività dell’associazione Comunità Immigrati Ruah Onlus, nata nel 1991, in collaborazione con Caritas Diocesana Bergamasca per rispondere all’emergenza migratoria sul territorio di Bergamo.

La Cooperativa sostiene la promozione umana della comunità e l’integrazione sociale dei cittadini italiani e stranieri. Offre servizi di accoglienza, inserimento lavorativo di persone svantaggiate, interventi di formazione sui temi del dialogo e dell’incontro interculturale che mirano al rispetto e al riconoscimento di ogni essere umano.

L’area B della Cooperativa propone servizi di sensibilizzazione sui temi del riuso, del riciclo, dell’ottimizzazione delle risorse e del consumo critico. Realizza inclusione sociale sul territorio di Bergamo e promuove la collaborazione tra enti pubblici, privati e del terzo settore. Si impegna a sostenere un contesto sociale libero in cui le persone possano vivere i propri diritti e promuovere le capacità e risorse personali.

I valori che guidano il nostro lavoro sono il rispetto, l’accoglienza, la condivisione, la trasparenza e la promozione umana.

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L’ECONOMIA CHE RI-GENERA

Vi è un’area della Cooperativa che unisce finalità sociali a quelle ecologiche. Si occupa di recupero, riciclo e riduzione dei rifiuti e di conferire nuove vite ad abiti e oggetti usati. Coltiva questo processo attraverso un’attenta raccolta e selezione,svolta da dipendenti che hanno vissuto o vivono difficoltà socio-economiche.

Quest’area è rappresentata dal Triciclo che oggi, come nel 1997 con la sua fondazione, rimane uno spazio che accoglie e cerca valori nascosti. Il Triciclo vede ed immagina le cose, le combina con qualcun altro, così da non perderne il valore. Il Triciclo svolge un lavoro di ricombinazione per generare vita a qualcosa che può diventare più inedito.

Il riciclaggio evoca oggetti polverosi, ma la metafora che usiamo aggiunge valore,si cambia e si aggrega. Così come non si crea dal nulla, ma da qualcosa che esiste già, il Triciclo prova a progettare anche il sociale, senza aggiungere nulla, ma riscoprendo il valore nascosto.

DAL VALORE NASCOSTO (SCOPRIRE) AL CREARE

 

Le attività dei lavoratori del Triciclo, che per differenti motivi si trovano più di altri in situazione di bisogno, sono:

il ritiro a domicilio di mobili, oggetti, giochi, libri, casalinghi usati; lo sgombero di appartamenti, cantine e solai; lo svuotamento dei cassonetti nostri per la raccolta degli abiti usati, collocati in una parte del territorio del Comune di Bergamo; il ritiro di cartucce usate per stampanti presso scuole, comuni e aziende; la gestione di un mercatino dell’usato; l’organizzazione di campi di lavoro estivi e di laboratori di Upcycling.

 

In altre parole il Triciclo ha cercato di creare, in questi anni, spazi lavorativi per migranti non ancora inseriti nel circuito produttivo locale e spazi per l’inserimento propedeutico al lavoro anche di cittadini italiani in difficoltà per favorire loro un percorso sia sociale che ecologico.

 

La particolare attenzione rispetto all’emancipazione lavorativa delle persone ha portato, con il tempo, ad una sensibilizzazione anche sui problemi dell’ambiente.
Smaltire un bene “caro” senza che venga gettato in discarica, far sì che ciò che non serva più possa essere utile a qualcun altro e recuperare arredi, elettrodomestici e vestiti favorendo la sostenibilità ecologica, sono stati la conseguenza di un pensiero che nel tempo si è sviluppato ed integrato con lo spirito iniziale del Triciclo.

 

Dal “piccolo laboratorio” che era, al grande capannone, ricco di servizi per la cittadinanza, il Triciclo compie quotidianamente azioni ecologiche e sociali e così facendo, promuove la sensibilizzazione ad uscire da una logica prettamente consumistica dell’uomo e degli oggetti.

 

Le numerose richieste che ci pervengono dalle famiglie bergamasche per far ritirare i propri oggetti usati e l’adesione ai nostri progetti mostrano una consapevolezza dell’importanza di quanto in questi anni si è cercato di diffondere nel territorio.
Ci piace pensare, infatti, che già dal momento in cui la persona ci contatta, c’è da parte di chi chiama un’attenzione alla nostra attività sociale ed ecologica, poiché il suo gesto servirà a far lavorare colui che, in difficoltà, si rivolge a noi per chiedere ospitalità, sostegno, aiuto e soprattutto un lavoro dignitoso.

 

Le parole che hanno dominato nel tempo, e che ancora oggi rappresentano un pensiero attivo del Triciclo sono: “RItiro, RIuso, RIciclo. Queste tre semplici ricordano il movimento continuo di oggetti e persone che ogni giorno stazionano o passano nei nostri luoghi, oltreché essere tre parole fondamentali che hanno generato la nostra filosofia di partenza.

LA FILOSOFIA AMBIENTALE CHE ANIMA IL TRICICLO
La metafora dell’ecologia

 

 

Il concetto di ecologia, nel nostro lavoro, ha assunto nel tempo un’accezione non solo ambientale, ma anche di sostenibilità economica e sociale.

 

Fare “ecologia nelle relazioni” significa tenere in considerazione l’esistenza della complessità che l’ambiente sociale predispone e intervenire laddove è necessario far RI-emergere, RI-nascere, senza distruggere nulla.

Partire da un materiale “scartato” è per noi un simbolo sociale molto forte che ci permette di riconsegnare il giusto valore alle cose, creare una circolarità e generare una interdipendenza tra oggetti e fenomeni contestualmente distanti tra loro.
La possibilità di cogliere questa complessità, leggerla e tradurla in modalità operative è proporzionale alla capacità del contesto che il Triciclo ha costituito in 24 anni di lavoro e progetti, di garantire risposte adeguate ed efficienti, ottimizzando la propria azione così come le energie e le risorse disponibili.

Il concetto di interdipendenza si rivela particolarmente utile nel facilitare la mediazione tra soggetti che manifestano significative diversità socio-culturali.
Queste interconnessioni sperimentate e prodotte dal Triciclo ci hanno portato in direzione del senso di communitas, come spazio simbolico dove la reciprocità, le influenze, le relazioni sociali diventano risorse in termini di benessere e coesione. La potenzialità di questa comunità risiede nella sua capacità di creare un ambiente che favorisca le relazioni interpersonali e che offra la possibilità a ciascuno di crearle e alimentarle nella maniera più vasta possibile, sostenendo la personale attitudine e spronando l'abilità di ciascuno a costruirle, nutrirle e mantenerle.

Bauman parlava di legami comunitari. Cioè progetti condivisi con sostegno e solidarietà, responsabilità progetto di vita che ricade sull’individuo oggi.

TricicloBergamo
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